Andrea Minini - automotive blogger

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Appunti personali sul mercato automotive.

Wednesday, May 25, 2005

AUTO CINESE A 4000 EURO

AUTO CINESE A 4000 EURO

In arrivo la prima automobile da 4.000 euro. Si chiama Happy Emissary ed è la prima automobile cinese low cost. Dopo il progetto francese della "Renault Logan" anche la Cina si appresta a conquistare i mercati delle automobili a basso prezzo. Si tratta di un mercato che non si limita alle sole fasce di acquirenti meno abbienti nei paesi occidentali ma anche della conquista dei grandi mercati di massa nei paesi in via di sviluppo. La Happy Emissary è prodotta dall'azienda di Stato First nella provincia cinese dello Yunnan negli stabilimenti utilizzati fino al 2000 dalla giapponese Daihatsu. Dotata di motore 1.100 c.c. e cambio a cinque marce, non lesina negli optional di serie: aria condizionata, alzacristalli elettrici, airbag, fendinebbia, autoradio con lettore cd. A tutti gli effetti la Happy Emissary sembra una vera alternativa alle piccole utilitarie urbane. Arriverà in Italia nel 2006 importata dalla Dr Automobiles Groupe di Isernia e rispetterà appieno le normative Euro4 e le omologazioni previste in Europa. Quando il fenomeno delle low cost prenderà piede anche in Italia il cammino dell'automobile sui mercati di massa italiani potrà dirsi completo. Dopo quarant'anni dal boom degli anni '60 che portò le quattro ruote in quasi tutte le famiglie italiane, l'arrivo delle low cost consentirà l’acquisto di un’automobile nuova anche a chi non ha molti soldi per cambiare la sua vecchia automobile. La vendita delle low cost cars avrà anche impatti ambientali positivi poiché favorirà il ricambio del vecchio parco auto inquinante, molto consistente in Italia. Dal punto di vista dei consumatori il vantaggio è evidente. Chiunque potrà accedere all'acquisto di un'utilitaria spendendo poco più del prezzo di uno scooter.

Non manca però la preoccupazione di chi vede nella presenza cinese nei mercati automotive occidentali un pericoloso segnale per l'occupazione e la stabilità delle industrie nazionali dell’indotto. La delocalizzazione industriale delle imprese europee nei territori cinesi è favorita dal basso costo delle materie prime e del lavoro cinese. Secondo altri, la Cina rappresenta anche un mercato di sbocco per le merci europee di qualità. Perlomeno, fin quando le imprese cinesi non produrranno anche quelle (vedi approfondimento: la Cina fa paura?). Una sorta di grande conquista del Far East, un mercato pari a un milardo e 300mila persone in forte crescita tanto nella produzione quanto nei consumi.

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